Ritratti

NATO A … DIZIONARIO STORICO BIOGRAFICO DI PERSONAGGI ABRUZZESI

…Ciascun abruzzese potrà usare questo dizionario per tentare di fare giustizia annullando così quell’Antologia dei dimenticati” che i posteri ingrati hanno scritto da tanti anni e per lungo tempo. L’inserimento di un artista vivente in questa rassegna di uomini illustri abruzzesi che non sono più in vita costituisce un’eccezione che presenta però una sua spiegazione logica. La parte iconografica di questo lavoro ( cioè i ritratti incisi o disegnati ) non avrebbe trovato la sua realizzazione senza il valido e determinante apporto di Vito Giovannelli, pittore, incisore e xilografo pescarese ma soprattutto studioso delle tradizioni popolari abruzzesi, ricercatore nel campo degli antichi monumenti sparsi nel nostro territorio ed artista innamorato della nostra terra.

 

  • Tavola 1 di 5 – © Vito Giovannelli – Le opere riprodotte non corrispondono alle reali dimensioni delle matrici

 

La sua produzione d’arte è tanto varia e qualificante che diventa difficile delineare il “curriculum” di uno che, come Giovannelli riesce a radiografare l’Abruzzo con l’incisività penetrante di chi è capace di riportare con il segno grafico scene, situazioni, stati d’animo, antichità, pregi e difetti di tutto quanto è abruzzese. Come illustratore di libri, di riviste e di opuscoli con le sue xilografie, incisioni e litografie, Giovannelli viene considerato da scrittori, editori e bibliofili in genere, un iconografo”vecchia maniera” di quelli che una volta fungevano, con la loro opera grafica, da completamento di un libro di pregio. Sia che si interessi di folclore, di artigianato, di architettura antica, di feste popolari, di santi, sia che si dedichi ad incidere eleganti e significativi ex-libris o ad illustrare buste per filatelici, Vito Giovannelli riesce sempre ad essere coerente con il sentimento di amore che lo lega all’Abruzzo. Ecco cosa ha scritto di lui Guido Giuliante :…”Vito Giovannelli deve vivere della gioia che l’indora della freschezza dei suoi piccoli figli (Giusy, Ettore, Mariapia ed Elisabetta), tra immagini di capitelli rotti, di colonne spezzate, tra simboli da ricostruire o da interpretare ed anche tra turiboli e calici di cui va a ricercare non la preziosità evidente, ma la voce che essi ripetono tra evoluzioni di incenso e di litanie”

 

Luigi Braccili

Chieti 1985

MARINO SOLFANELLI EDITORE