La glittica nasce in Mesopotamia alcuni millenni prima di Cristo. Dalla rive del Tigri e dell’Eufrate si passa alla più vasta produzione di amuleti e di scarabei dell’antico Egitto. Anche il mondo greco e romano ha prodotto opere glittiche di inestimabile valore. Ma gli storici, purtroppo, fatte poche eccezioni, non ci hanno trasmesso i nomi degli autori. Dopo i tempi dei principi iraniani, dei faraoni egiziani, dei guerrieri greci e degli imperatori romani, con l’età paleocristiana la glittica cade in una fase di ombra. Una ripresa si ha in epoca carolingia, ottoniana e bizantina, quando la glittica rientra nella oreficeria sacra , nella gioielleria e nella toreutica. In Italia fu soprattutto il Quattrocento fiorentino che spinse i glittici italiani a nuove creazioni. Con l’Umanesimo si può dire che l’arte della glittica si trasferisce dalla sua culla orientale-mediterranea in occidente. Ma, non solo tra Quattrocento e Cinquecento si sarebbe avuto da noi una produzione vasta e degna di competere con le opere dell’antichità. I centri maggiori per lo sviluppo della glittica in Italia sono stati, inizialmente, Firenze e Roma. I glittici fiorentini ebbero a disposizione il laboratorio mediceo, gli artisti che operavano a Roma le commesse del Vaticano. Un indirizzo diverso ebbe la glittica nel Lombardo-Veneto dove quest’arte passa dall’impronta classica a quella naturalistica, influenzando con il suo stile la glittica d’oltralpe, tedesca e boema. Il Settecento conosce una nuova fioritura con il Neoclassicismo. Un posto di rilievo in questo periodo ebbe l’Abruzzo con Gasparo Capparoni Della Guardia (paese d’origine incerto), Giovanni Antonio Santarelli ( da Manoppello), Filippo Rega (da Chieti) e Francesco D’Andrea (da Vasto).Poiché i lavori di glittica raramente sono usciti dalle raccolte di famiglia e raramente sono stati riprodotti riporto un elenco dei cammei dei singoli maestri abruzzesi fortunatamente finiti nelle vetrine dei musei o in prestigiose collezioni private:
Gasparo Capparoni della Guardia (1761-1808 ): Nascita di Telefo e Aretusa ( cammeo in sardonica); Ritratto di Pio VII; Ritratto del maresciallo Berthier(1806); Ebe che abbevera l’aquila di Giove; Busto di Paride; Ritratti di Duero, Lucio Vero, Nerone, Bruto Mecenate; Giove (cammei in sardonica):
Giovanni Antonio Santarelli (1758- 1826): Ritratto di Dante,Parigi Museo del Louvre; Cammei con ritratti di Michelangelo, Galilei, Petrarca, Boccaccio e Machiavelli Parigi Museo del Louvre; Anello con eroti danzanti, New York Metropolitan Museum;Ercole giovane (cammeo in onice) ,Londra British Museum; Ritratto di Pio VI, Londra British Museum; Amorini bacchici, New York Metropolitan Museum; Ritratto di Alessandro il Macedone, collezione sconosciuta; Ritratto di Napoleone, Vienna Kunst Museum; Ritratto di Dante (anello per Vittorio Alfieri) , Montpellier Museo Fabre; Alessandrina Blescamp, Roma, collezione Del gallo (cammeo in onice); Ritratto di Maria Luigia di Parma, Aiaccio Museo Corso; Ritratto di Sua Altezza Reale Luigi XIII, Firenze Museo del Bargello; Ritratto di Dante, Roma collezione Sangiorgi;Vestale (Eredi Francesco Saverio Blasioli) Chieti; Guerriero germanico (Eredi Francesco Saverio Blasioli) Chieti.
Filippo Rega ( 1761-1833): Ritratto di Ottaviano Augusto; Ritratto di Pio VII; Ritratto di Sua Altezza Reale Ferdinando I; Ritratto di Sua Altezza Reale Francesco di Borbone; Ritratto della duchessa d’Austria Maria Clementina; Ritratto di Sua Altezza Reale Ferdinando IV; Ritratto di Giuseppe Bonaparte (1806); Ritratto del gran maresciallo Lamusse ( lapislazzuli); Ritratto di Gioacchino Murat; Ritratto di Maria Carolina (moglie di Murat); Ritratto del principe Augusto (figlio di re Giorgio III d’Inghilterra); Principessa di Pietrapersia; Principessa di Scilla; Principe di Butera; Ritratto di lord William Hamilton; Ritratto di lady Emma Lyon Hamilton; Duca di Sussex.
Francesco D’Andrea (1784- 1844?): Francesco I Di Borbone (Opus F. D’Andrea e A. Arnaud); Ritratto re Ferdinando e sua Moglie Isabella (1825) ; Ritorno dei reali di Napoli dalla Francia (1830); Nozze Maria Cristina di Savoia (1832).
Vito Giovannelli