Zampogne arcaiche

Chi vede più gli zampognari? Chi sente più la voce inconfondibile dei loro strumenti? E’ raro ormai incontrarli per via, perfino in occasione di quelle feste natalizie che un tempo erano la loro stagione felice. Sembrano scomparsi, sommersi da un modo di vivere frenetico, ritmato da dischi microsolchi e marchingegni transistorizzati. Una volta all’anno, però, li ritroviamo puntualmente presenti  al Presepe Vivente di Rivisondoli, in quella suggestiva rappresentazione sacra che vede la notte punteggiata di lumi e di fuochi: sono i pastori, pastori veri, con pecore vere, così come veri sono i cani, i muli carichi di masserizie; e vera è la grotta che improvvisamente si illumina ed emerge dal buio, sorgente di luce verso la quale convergono gli sguardi delle migliaia e migliaia di spettatori, venuti da ogni parte d’Italia.   Nella grotta, una fanciulla impersona la Madonna ed un giovane san Giuseppe; nella culla, l’ultimo nato del paese è Gesù Bambino. Dietro la grande stella che s’ è accesa nel cielo viene il corteo variopinto dei Re Magi, che si fonde con quello dei pastori nel cammino verso la grotta. L’aria vibra di cori celestiali, ma il cuore ricerca fra essi il suono delle vecchie nenie e rivede un mondo fatto di cose semplici, ingenue, buone, velate da una patina di malinconia come la voce delle zampogne.

Rino Panza  A cura dell’ O. R.  S. A. S. (Opera Religiosa Sociale Alto Sangro) Pescara, La Regione,1971