Essenzialità grafica ed iconografica nell’arte incisoria di V. G. – Maria Pia De Stefano

Le ragioni di una tesi di laurea su un artista pugliese di nascita, ma abruzzese di adozione sono molteplici. Vito Giovannelli è un incisore con una decisa personalità grafica. Non ha mai inseguito le teorie del momento o particolari correnti artistiche. Iconograficamente appartiene al gruppo degli artisti del Mezzogiorno, non sempre ben rappresentati e studiati. Secondo Maurizio Di Giovine “Vito Giovannelli è uno dei pochi xilografi totalmente meridionale, o se vogliamo essere più precisi del centro-sud, perché l’intero iter d’artista, che va dalla formazione alla vera produzione artistica, si sviluppa in tre regioni caratteristiche Campania, Puglia, Abruzzo.

giovannelli-ex-libris-055Di Giovine ci ricorda: … è la prima volta che mi imbatto in un artista xilografo ed ex librista legato per nascita, studi accademici e successivo impegno artistico professionale alla vita del nostro mezzogiorno. Difficilmente si riscontrano simili casi scorrendo i dati biografici di altri artisti. La xilografia è stata quasi sempre appannaggio delle altre regioni e quando il sud ha prodotto validi incisori generalmente la loro attività si è sempre svolta lontano dalla terra d’origine. Con Giovannelli abbiamo invece l’affermazione di una cultura artistica squisitamente meridionale” (Di Giovine) Anche se risiede in Abruzzo da cinquant’anni rimane per cultura e impegno professionale un artista del Sud. Il suo interesse per le diverse tecniche artistiche si è aperto, all’inizio, ad ampio raggio. Completati gli studi accademici, invece, si è dedicato soprattutto all’incisione. In particolare alla xilografia: arte che dalla decorazione di incunaboli, codici e messali assurge ad espressione rappresentativa per via di ben decise dimensioni figurative. Le sue opere xilografiche sono dedicate soprattutto alla regione in cui vive: all’Abruzzo, ma non dimentica la sua Puglia come attestano le xilografie dedicate a Capurso, in provincia di Bari, e a Panni, in provincia di Foggia. Chi lo ritiene artista abruzzese ci pare adoperi un termine poco calzante .La sua formazione è pugliese-napoletana. Appulo-partenopeo, infatti, è il costrutto delle sue opere. Rino Panza nel volume La Madonna negli ex libris di Vito Giovannelli rileva i richiami napoletaneggianti, pensando alle immagini sacre prodotte a Napoli dalle botteghe di San Biagio dei Librai. Noi sottolineamo anche l’inciso dal taglio popolareggiante tipico della scuola salentina, che ebbe in Galatina e Galatone, in provincia di Lecce, le principali stamperie e i più provetti madonnari. Le produzioni salentine e napoletane costituiscono quell’ imagerie populaire del Sud a cui Giovannelli si è a lungo ispirato. Vivendo in Abruzzo altra fonte di ispirazione è stata la scuola camplese, con il centro operativo principale a Campli, in provincia di Teramo dalla quale ha assorbito quei tagli di solida ossatura che lo hanno portato a realizzare figure e paesaggi di assoluta essenzialità grafica e iconografica. Il suo segno, dal messaggio figurativo di classica compostezza, non ha nulla di superfluo e di gratuito. Infine c’è da aggiungere qualche riflessione anche sul suo lettering di netto impianto meridionale: stilisticamente, infatti, si rifà al carattere onciale beneventano, richiamo estetico che indica ancora una volta il suo attaccamento alle radici artistiche appulo- partenopee